Sai, disse Pippi alla maestra, è stato interessante vedere quello che fate qui, ma direi che non mi interessa; spero che questo non ti dispiaccia molto!

In questi giorni ho letto diversi articoli sulla scuola svedese e sul modello educativo di questo Paese. Ho approfondito alcune ricerche personali per capire meglio come e in che modo la cultura dell’educazione si sia diffusa tra questa gente e abbia portato le istituzioni scolastiche svedesi ad essere tra le eccellenze mondiali nel campo della formazione.
Molti sono gli aspetti della pratica scolastica che hanno confermato quanto questo popolo abbia un’attenzione vera, concreta alla centralità del bambino e alla cultura dell’infanzia, che esiste e si manifesta negli aspetti legislativi e giuridici che differenziano questo sistema scolastico dal nostro, ma che ancor prima, affonda le sue radici fin nella letteratura per l’infanzia già dalla prima metà del 900.
Ho riflettuto sul genere di letteratura infantile che viene proposta ai bambini italiani e come in questo ambito siano già molto eclatanti le differenze culturali e di costume tra il nostro Paese e la Svezia. Il confronto è tra due classici della letteratura per l’infanzia. Da una parte Pippi Calzelunghe, stravagante eroina di Astrid Lindgren per la Svezia, dall’altra il "nostro" burattino Pinocchio di Collodi.
Conosciamo bene la storia di Pinocchio, amatissimo il personaggio, tutti noi ricordiamo la morale di questa intramontabile favola tutta italiana. Sicuramente meno, abbiamo avuto modo di conoscere e di riflettere sulla storia e sul personaggio di questa stravagante bambina dalle lunghe trecce color arancione, dal nome Pippi Calzelunghe.Se è vero che leggere forma le coscienze e diffonde la cultura nei popoli, si potrebbe proprio affermare che la questione del modello svedese potrebbe definirsi anche tra le righe di questo straordinario personaggio del mondo delle favole. Perchè ciò che ne viene fuori dalla lettura delle avventure di Pippi calzelunghe è un immagine di bambino completamente diversa dalla nostra cultura. Le pagine di questo libro ci parlano di una bambina speciale, autonoma e tenace, creativa, gioiosa, responsabile. Un immagine che restituisce all’infanzia un valore di bambino fortemente positivo, un immagine di un bambino competente.
Il suo personaggio non trasferisce al lettore un modello negativo di bambino, pigro e disordinato che non vuole andare a scuola. Pippi è una bambina talmente intelligente che impara dalla vita, senza aver bisogno di nessuno che le suggerisca cos’è giusto e cos’e sbagliato.
Pippi rappresenta per la letteratura dell’infanzia una eroina bizzarra e alternativa che si è imposta al mondo intero per la sua originalità, indipendenza e gioia di vivere.
Sin dalla pubblicazione del libro, Pippi Calzelunghe si conferma una straordinaria eccezione nel panorama editoriale della letteratura per l’infanzia degli anni ’40, perché ben distante dal perbenismo e soprattutto dalla presenza della famiglia come microcosmo pieno di regole. Una bambina diversa dalle altre,che amava trascorrere le sue giornate lontana da doveri e gerarchie. Tranne che in Svezia, Pippi fu accusata dalla critica letteraria di quel tempo di essere una disgustosa monellaccia. Io credo, invece che Pippi abbia insegnato prima ai bambini svedesi e poi a tutti i bambini del mondo a sognare e a diventare forti e indipendenti, ed aspirare, da grandi, a sollevare per aria e scaraventare lontano tutto ciò che usava loro delle prepotenze.
Pippi è capace di avere un dialogo con se stessa e di preparare sorprese agli altri, proprio perché è capace di sorprendersi. La sua autoeducazione le consente di organizzare la sua vita in maniera autonoma e indipendente. Si prende cura dei suoi amici con generosità, pur non avendo un comportamento esemplare e convenzionale, in tutto ciò che fa dimostra di avere sempre molto buon cuore. Si immedesima negli altri dimostrando grande empatia. Le sue bugie sono dette per gioco e quando il suo comportamento esce fuori dagli schemi, lei stessa lo attribuisce a usanze provenienti da luoghi lontani come a spiegare che tutto è relativo, possibile, in qualche altra parte del mondo.
Pippi parla con la sua mamma che è in cielo e quando i suoi amici le chiedono se sente la mancanza del suo papà sempre in viaggio, lei risponde che ha scelto di rimanere nella sua isola, perché bisogna lasciare i papà liberi di navigare da soli per le acque dei mari, l’importante che stiano bene. Pippi calzelunghe, un personaggio straordinario con una grande valenza educativa, si propone ai bambine e agli adulti come un modello decisamente positivo, capace di generare e trasferire gioia, felicità spontaneità, leggerezza, speranza a chi le sta vicino. Pippi ha la “forza” di tutti i bambini, quella di trasformare la fantasia nella realtà e la realtà nella fantasia.
E’ un vulcano di immaginazione, che racconta ai suoi amici di volare su una scopa vicino alla luna piena e quando, loro le dicono, che una scopa non può volare, lei risponde:
"Tutto si può fare, basta volerlo."

Iolanda Cerrone

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